Sotto le Pietre, il Sale

Mentre aspettano, stanno sdraiati sulle assi bagnate, si addormentano coprendosi gli occhi con l’avambraccio, o con il cappello calato sul naso. La barca oscilla appena, l’oblò sul pavimento è uno schermo muto che riflette il cielo nuvoloso.
Si alzano, tornano in posizione, fanno cenni con le mani e con il mento, chiamano i venti, la prua e altri nomi di cose sconosciute, si danno il ritmo e tirano le reti e stringono le funi fradice.
La barca scorre sulla superficie come un magnete attratto dall’enorme corrente lucente che si sposta tra le stanze d’acqua. Stanze d’acqua, stanze nascoste, sotto lo specchio, sopra le pietre.
Gli occhi cercano tra i riflessi come scrutassero l’orizzonte in attesa di una sagoma familiare, come teste sollevate al cielo per scorgere una cometa, o un presagio.
Così è sempre stato. E così sempre sarà. Rete dopo Rete. Il peso che solleva i corpi stanchi uno ad uno, le braccia che li depositano sul fondo legnoso, le mani che chiudono gli occhi e accarezzano la pelle iridescente cercando un segno, un messaggio lasciato tra le squame, sotto le branchie.
Rientrano che la Luna è già alta. Trascinano i corpi addormentati nella stanza appena illuminata. Con le dita frugano tra le viscere. Stendono sul letto di cristalli bianchi le sacche pallide colme di uova, ricoprono come in un tumulo calcareo il cuore, grosso rubino ancora caldo. Sale al Sale. Striature violacee macchiano il bianco letto. Sotto le pietre, nel sale, appesi ai fili ad asciugare, si preparano gli organi per la divinazione.
Quando apparirà di nuovo? Tornerà mai, o si nasconderà fino alla notte del Mito?
Divinità dai molti nomi, multiforme, apparsa all’alba delle Albe. Emersa dal Mondo di Sotto a portare la civiltà, la tecnica, la conoscenza. Tornata nelle profondità a preservarne il sapere. Più volte uscita dallo specchio per insegnare i segreti del fondo sabbioso della Storia, e ridiscesa per portare via con sè quanto ancora non era meritato.
In altre acque, donne e uomini si muovono lentamente immersi fino ai fianchi nel fiume fangoso. Ondeggiando trascinano le ceste intrecciate alla cieca, sicuri di riuscire a catturare un poco della fortuna che risale la corrente.
E più lontano ancora, donne vestite di colori sgargianti sfilano in masse sinuose al limite della banchina, accompagnate da archi e campane, ruotando intorno allo scuro corpo addormentato al quale si avvicina la processione di mani tese a lasciare offerte e fiori.
Così è sempre stato. E così sempre sarà. Rete dopo Rete, Sale al Sale. Mani in adorazione ad accarezzare le squame fredde, fianchi che ondeggiano nell’attesa del ritorno, nella speranza di un nuovo presagio, di un nuovo messaggio di Futuro, di grandezza.

text Francesca Gotti. graphic design Leonardo Pellegrino. sponsor X01. self-published in 2024